Quanta energia consuma una casa passiva

Riporto questo articolo che riassume concretamente quanto “alla fine” ci si può spingere e quanto, in termini economici (al di la delle spese di realizzazione) costa mantenere un edifico a bassissimo consumo. In questo caso è stata monitorata un fabbricato classificato da CasaClima come Classe oro plus.

“La temperatura media di 20°C è stata mantenuta per il 98% con apporti passivi: solari, mediante le finestre disposte a sud, interni all’abitazione, attraverso le persone occupanti la casa, illuminazione ed elettrodomestici in uso.”

Oltre esiste solo la fantascienza!

fonte: http://rugiadapoint.it/

24 ottobre 2011. Questo mese la casa passiva di Fagnano Olona (VA), certificata Classe oro plus e firmata dal Gruppo Bevilacqua, festeggia il primo anniversario. La villetta è stata sottoposta a una serie di test che hanno certificato un consumo energetico molto contenuto: meno di 100 euro per il riscaldamento e il raffrescamento domestico.

Certificata dall’agenzia CasaClima, la casa passiva di Fagnano Olona (v. anche http://rugiadapoint.it/articoli/1210111940/casa-passiva-legno) si sviluppa su tre piani (giorno, notte e interrato), occupando una superficie di 600 metri quadrati di cui 375 abitabili. All’esterno, un ampio giardino con patio in legno e piscina. Sul tetto c’è un giardino pensile adornato con piante grasse. Il progetto di BLM Domus rispetta tutti quei prerequisiti tecnici grazie ai quali il benessere termico è ottenuto senza l’utilizzo di impianti convenzionali di riscaldamento e condizionamento.

La casa sfrutta al massimo le fonti naturali di energia come, ad esempio, il calore passivo derivante dagli elettrodomestici in funzione, dagli occupanti e dall’irraggiamento solare attraverso le grandi finestre disposte a sud. A supporto di queste fonti spontanee, è installato un impianto fotovoltaico da 10 kW per la produzione di energia elettrica e pannelli solari per l’acqua calda sanitaria. Un impianto geotermico verticale aiuta la pompa di calore a riscaldare la casa nei mesi invernali, raffrescando l’abitazione a costo zero (freecooling) nel periodo estivo.

Come si realizza una casa passiva Primo passo è una progettazione attenta e mirata allo scopo, con uno studio di ogni singolo componente dell’involucro. Il secondo step consiste nell’applicare la teoria alla pratica, riversando tutte le informazioni raccolte in cantiere. Di assoluta priorità che tutti i materiali scelti siano posati allo stato ultimo dell’arte al fine di non vanificare le prestazioni energetiche globali dell’abitazione. Infine, è fondamentale una verifica oggettiva, con strumenti adeguati che forniscano dati certi capaci di comprovare i risultati conseguiti.

I test effettuati da Blm Domus Nel corso del suo primo anno, la casa passiva di Fagnano Olona è stata sottoposta a due test molto importanti per valutarne il corretto funzionamento: il Blower door e la termografia.

Blower door: questo test permette di misurare l’ermeticità della casa passiva, la presenza di eventuali “perdite” dell’edificio e il flusso di ricambio dell’aria. Immettendo ed estraendo aria all’interno dell’abitazione, mediante un apposito strumento, i locali vengono messi in pressione/depressione con una differenza pari a 50 pascal. Per un casa passiva come quella di Fagnano Olona bisogna ottenere un valore inferiore a 0,6, valore che è stato superato agevolmente.

Termografia: attraverso l'utilizzo di una termocamera, che riproduce immagini a infrarossi, è stata rilevata la temperatura superficiale degli elementi costruttivi. Il termogramma è stato fatto a una temperatura esterna di -5°C. Una casa passiva deve avere temperature superficiali sempre al di sopra dei 17°C in qualsiasi punto dello spazio abitativo. Il termogramma ha evidenziato due punti di rilevazione: uno massimo pari a 21,7°C, che riguarda un arredo interno, e uno minimo (circa 17,4°C) sull’attacco serramento/vetro, una delle aree più vulnerabili.

Ultimo test: viverla! Tramite una stazione meteo fissa, sono state registrate alcune informazioni relative all’abitazione e al clima esterno. Qui di seguito sono riportati i mesi più significativi. Nel mese di dicembre 2010 le temperature esterne hanno registrato minime di -6/7 °C. Nello stesso periodo le temperature interne dell’abitazione sono rimaste costanti. Nei 180 giorni di riscaldamento si è provveduto a mantenere temperature confortevoli sfruttando al massimo gli apporti passivi (solari e interni all’abitazione stessa) e in alternativa una pompa di calore elettrica collegata a sonde geotermiche per la produzione di acqua calda sanitaria. La temperatura media di 20°C è stata mantenuta per il 98% con apporti passivi: solari, mediante le finestre disposte a sud, interni all’abitazione, attraverso le persone occupanti la casa, illuminazione ed elettrodomestici in uso. Il restante 2% equivale all’utilizzo della pompa di calore: 340 ore con consumo elettrico di 1,5 kW/h.

340 x 1,5 = 510 kW x costo Enel € 0,18/kW = 91,80 €

Se durante la stagione estiva le temperature esterne hanno raggiunto i 40°C, le rilevazioni effettuate evidenziano come anche nel mese più caldo dell’anno le temperature interne siano rimaste molto stabili, intorno ai 23°C. Durante tutto il periodo estivo l’abitazione è stata raffrescata con il 100% di fonti passive, vale a dire, mediante schermature solari, gestione intelligente dei serramenti, raffrescamento a pavimento in freecooling utilizzando le sonde geotermiche.

I pannelli fotovoltaici con la loro produzione di energia hanno riportato a zero il consumo totale per riscaldamento e raffrescamento. Nel calcolo appena illustrato l’utilizzo dell’impianto fotovoltaico da 10 kW installato sulla copertura verde dell’abitazione è stato volutamente tralasciato perché trae in inganno: una casa che consuma 1 MW e installa un impianto fotovoltaico di medesima dimensione, avrà un bilancio energetico equivalente a zero, ma non di certo un bilancio positivo sull’ambiente. “Il vero obiettivo – conclude la relazione di Blm Domus - è consumare poco per avere un impatto minimo sul nostro pianeta”.

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